lunedì 19 luglio 2010

Le parole degli altri. Prolegomeni a una filosofia a quattro zampe.

Non sempre si ha qualcosa da dire e allora è meglio tacere. Tanto più se quel molto o quel poco a cui si sta pensando l’ha già detto, e meglio, qualcun altro. In tal caso mi sembra più decoroso prendere a prestito, rubare, che tentare ad ogni modo di fare gli originali. Perciò ho deciso di inaugurare una serie di furti eccellenti, di rapine a banda armata di parole degli altri. A mia unica scusante la puntuale auto-denuncia.
Il primo malcapitato è Berselli e il suo gioiellino, Liù. Biografia morale di un cane, un libretto all’apparenza disimpegnato, inoffensivo, una collezione di riflessioni sparse e poco più, originate dall’osservazione puntigliosa, a tratti maniacale, delle abitudini della propria cagnolona, la labrador nera Liù. Prende in giro il Berselli, col suo gusto per l’ironia e lo scherzo, infilando nelle pagine, come cosa da niente, un trattatello di filosofia tra i più interessanti in circolazione. Dice di aver smesso di teorizzare, che gli riescono ormai solo i racconti, ma è goffo nei panni dello scettico radicale, si vede che c’ha il cuore tenero e non ci crede fino in fondo. Così non manca un pizzico di teoria e il racconto, prima o poi e non a caso, va a parare da qualche parte.
Ma ora spartiamoci il bottino.

«Purtroppo, l’Italia di sinistra, scomparso il gran partito dei lavorator, e sprofondata l’Atlantide comunista nel nero oceano della storia, ha lasciato una scia di indignazioni senza guida, di manie civili prive di obiettivo, di relitti regolamentari smodati, dove la legalità viene evocata di solito a martellate. In assenza di una guida riconoscibile, si è liberato un torrente di frustrazioni che tende a formare in particolari fronti di ostilità e di rancore. Ci vorrà soprattutto del Prozac. L’Italia di destra, liquidato il “partito zia”, è diventata un’estesissima famigliaccia al servizio del Sultano che c’è e di quelli che verranno. Per gli ostinati, per il fronte degli edonisti, ci vorrà del Viagra.
Prozac, Viagra. Alternativa tutta materialistica. In queste condizioni non c’è teoria che tenga. È vero che, per diverse stagioni, abbiamo creduto in tutte le peggiori sciocchezze ideologiche sul mercato e il capitalismo, ma adesso dovremmo evitare di farci imbrogliare ancora per amore di qualche schema.

Per riuscirci dobbiamo fare come il cane. Annusare tutto senza credere né ai profumi né alle puzze. Diffidare della scomodità. Diffidare della comodità. Alla fine, si sa bene che si comincia sempre con la grande filosofia tedesca, l’idealismo, la fenomenologia dello spirito, le appercezioni a priori, le intuizioni trascendentali, la pace perpetua, Kant che non sbagliava mai di un minuto, per poi scendere verso terra e trovare le soluzioni lì dove le stai cercando, nei labirinti del quotidiano, fra le alternative intrinseche alla realtà, e dove le scopriremo, come previsto, solo abbaiando.»

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